Guido Milani: ben più di un errore giudiziario

La sconcertante vicenda giudiziaria che ha coinvolto Guido Milani, classe 1985, autore, regista e fondatore di “Ragazzi e Cinema”, è – senza dubbio alcuno – l’emblema di un sistema che, nonostante decine di migliaia di casi accertati solo nell’ultimo ventennio, continua purtroppo a mietere vittime.

Parlare di errore giudiziario è, molto spesso e nel caso in questione, assai riduttivo.

Se si può definire “errore giudiziario” un verdetto di colpevolezza, poi rivelatosi errato, emesso involontariamente per via di prove ritenute all’epoca decisive e risultate invece, con il passare del tempo e maggiori accertamenti, del tutto sbagliate ed insignificanti, al contrario non si può ritenere “errore” un verdetto inesatto pronunciato per superficialità, pregiudizio o in spregio alle norme di Legge sancite dal Codice di Procedura Penale. In tali casi, infatti, è ben più di un semplice “sbaglio”, soprattutto se rapportato alle conseguenze, devastanti e drammatiche, che ne derivano: ingiuste carcerazioni, danni psicologici, gogna mediatica, impatti economici e professionali, famiglie distrutte.

Non si tratta dunque di banali errori ma di vere e proprie Violenze.

Guido Milani ne è stato vittima.

Guido Milani è stato anzitutto bersaglio di false accuse, avanzate da un giovane affetto da gravi disturbi psichici, ritenuto – nonostante ciò – “credibile”.

Guido Milani è stato rinviato a giudizio e condannato nell’ambito di un procedimento penale fondato esclusivamente sull’attendibilità del denunciante, senza alcun elemento probatorio oggettivo in grado di dimostrare la colpevolezza.

Nessuna prova dunque.

Ma, di contro, una sentenza di colpevolezza per violenza sessuale (uno stupro descritto con dovizia di particolari) e spaccio illecito di sostanze stupefacenti finalizzato alla prostituzione minorile. Roba da far accapponare la pelle!

Credere nella Giustizia significa credere nel lavoro di chi vi opera. Alla Magistratura, lo Stato ed il Popolo Italiano chiedono di agire nel rispetto assoluto delle norme di Legge.

L’Articolo 530, comma 2, del Codice di Procedura Penale stabilisce:

“Il Giudice pronuncia sentenza di assoluzione anche quando manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova che il fatto sussiste, che l’imputato lo ha commesso, che il fatto costituisce reato o che il reato è stato commesso da persona imputabile.”

Come possa essere accettabile allora condannare un uomo per reati di tale gravità senza alcuna prova, è il dilemma su cui si concentrano le riflessioni a proposito della terribile vicenda di Guido Milani.

Oggi esistono nuove prove di natura scientifica che dimostrano, senza ombra di dubbio, l’INNOCENZA di Guido Milani, divenute essenziali per il procedimento di Revisione della Condanna. Invece, al momento della Sentenza, né la Procura della Repubblica né il Giudice possedevano elementi utili ad avvalorare le vergognose accuse mosse contro Guido.

Come reagireste se Voi o un Vostro caro foste condannati per spaccio di droga, quando in realtà la droga sapete a malapena cosa sia perché non l’avete mai avvicinata, nemmeno per sbaglio? Come reagireste se le legittime indagini dell’Autorità Giudiziaria (perquisizioni ed intercettazioni) abbiano dimostrato che non avete nulla a che fare con le sostanze stupefacenti ma, nonostante ciò, un Giudice abbia deciso di condannarvi proprio per spaccio?

Come reagireste se veniste condannati per violenza sessuale, consistita – secondo la narrazione di un folle – in un rapporto penetrativo anale violento, quando in realtà, a causa di una malformazione congenita, NON VI È POSSIBILE AVERE RAPPORTI SESSUALI? Come reagireste se, dinnanzi ad una tremenda denuncia di stupro, un Giudice abbia emesso verdetto di colpevolezza senza la minima prova, nonostante la Legge stabilisca che una condanna debba fondarsi su elementi probatori rigorosi, in grado di dimostrare la penale responsabilità “al di là di ogni ragionevole dubbio”?

È accettabile, a Vostro avviso, che una persona denunci fatti mai accaduti e venga creduta “sulla parola”?

Simili domande andrebbero poste a Guido Milani e a chi, come lui, vive o ha vissuto un dramma del genere, tanto inaudito quanto vergognoso.

La storia di Guido e le prove della sua innocenza saranno qui esposte analiticamente; verrà presentata una precisa ed onesta ricostruzione dei fatti, sia sul piano storico che dal punto di vista giudiziario. La narrazione, se letta con scrupolo e sensibilità, saprà inevitabilmente far comprendere l’estraneità ai fatti e l’infinito calvario vissuti da Guido Milani negli anni del processo e durante il lungo periodo di ingiusta carcerazione.

Solo la completa conoscenza del caso permetterà di esprimere pareri fondati e non superficiali, evitando così di incappare in errate valutazioni, pregiudizi o, peggio ancora, calunnie, come purtroppo spesso accaduto.

5